Ad annunciare la fine della stagione sulla neve è stato il ministro Francesco Boccia che ha anticipato le parole del presidente del consiglio Giuseppe Conte che ha esteso la zona rossa all'intera Penisola. Il coronavirus è stato letale per la stagione sciistica sulle Dolomiti.
UN PASSO INDIETRO
Con un comunicato diffuso ieri mattina, Dolomiti Superski ha ufficializzato la chiusura anticipata dei suoi comprensori: quelli bellunesi dello Ski Civetta, Falcade, Padola, Arabba e Marmolada e le altre stazioni invernali del Trentino Alto Adige. In tutte queste località gli impianti gireranno ancora oggi e da domani rimarranno fermi. «In comune accordo con le associazioni degli albergatori dei territori interessati e in coordinamento con le autorità politiche riportava la nota - abbiamo deciso in maniera autoresponsabile la chiusura anticipata della stagione sciistica in corso. Questo in considerazione del rapido propagarsi del coronavirus nel territorio italiano e dei potenziali rischi di turisti, personale e popolazione locale in tutte le aree sciistiche servite dai suoi impianti di risalita e al fine di preservare prima di tutto la salute e la tranquillità di chi abita questi territori, di chi vi lavora e di chi vi soggiorna». La volontà di contribuire al contrasto della diffusione della malattia è quindi prevalsa su ogni altra valutazione. «Siamo estremamente dispiaciuti di dover prendere questa decisione di carattere assolutamente eccezionale, ma riteniamo che questo passo sia di fondamentale importanza per arginare per quanto possibile, anche nei nostri territori ad altissima densità turistica, il rapido propagarsi del coronavirus», hanno detto dagli uffici di Dolomiti Superski, dove bollano come un errore dovuto alla concitazione del momento, la prima versione della nota sullo stop agli impianti che iniziava così: Con rancore dobbiamo comunicarvi la chiusura anticipata della stagione. Rancore è stato poi subito sostituito con rammarico. «È una decisione che dovevamo prendere, non c'era alternativa commenta Cesare Sorarù, presidente dello Ski Civetta - Si è trattato di una scelta condivisa con tutti e non potevamo più sottrarci dal terminare subito la stagione. Purtroppo la situazione sta degenerando e il fattore economico non conta più in casi come questo. L'importante è che ora si riesca a uscire al più presto dall'emergenza. La priorità per noi è diventata la tutela della salute».
REPENTINO PEGGIORAMENTO
Sulla stessa linea il direttore della Ski area di Falcade e del Passo San Pellegrino Renzo Minella: «C'è stato un repentino peggioramento della situazione e abbiamo voluto subito muoverci nel rispetto delle indicazioni dei decreti ministeriali. È stato reso esplicito che bisogna tenere a casa gli italiana per risolvere l'emergenza sanitaria. Non potevamo certo essere noi quelli che stimolavano la gente a muoversi attirandoli con le nostre piste tutte aperte e ben innevate. Ciò che conta ora è soltanto la salute della popolazione». Ad Arabba e sulla Marmolada, gli impiantisti hanno diffuso un comunicato congiunto con gli operatori turistici della zona: «Sposiamo senza alcuna titubanza le motivazioni che hanno spinto il consorzio di impiantisti Dolomiti Superski a prendere questa difficile decisione. Nonostante Arabba non si trovi nelle cosiddette zone rosse', c'è l'esigenza di preservare prima di tutto la salute. Tuttavia resta il rammarico di una chiusura anticipata dopo una stagione che ha fatto segnare una considerevole crescita di affluenza negli alberghi e di passaggi sulle piste». Prima dell'annuncio di Boccia sembravano pronti a tener aperti invece i comprensori delle Prealpi, chiaramente costretti ora ad adeguarsi. «Rimarremo aperti finché ce ne saranno le condizioni, anche perché non abbiamo impianti a cabina», aveva spiegato nel pomeriggio Lionello Gorza, patron dell'area sciistica del Monte Avena dove sono in funzione entrambi gli skilift, in serata anche lui ha precisato di adeguarsi alla decisione. Stessa sorte per il Nevegal che in una stagione partita senza la pista Le Erte, ha fatto di tutto per difendersi. Tanto che ieri, il direttore Pietro Casagrande spiegava di non aver ancora pensato di fermare la stagione.
Andrea Ciprian