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Il Nevegal è sul pezzo. Nascono le mascherine in cotone e panno con la scritta della località.

Il Nevegal è sul pezzo. Nascono le mascherine in cotone e panno con la scritta della località. Sono realizzate a mano da un'artigiana, Elena Giampaolo nota con il marchio di My little country home, e il ricavato sarà devoluto alla Protezione civile e a favore del Nevegal. Sono azzurre, come il cielo che Elena vede in questi giorni dalla sua casa all'interno del villaggio Alpe in Fiore. Cremonese di origine, la donna è stata letteralmente rapita dal Colle dei bellunesi dove fin da giovane ha trascorso le sue vacanze estive, tanto da decidere dieci anni fa di cambiare vita e di trasferirsi. Oggi lavora senza sosta per aiutare la località. Ha già creato un centinaio di mascherine e ora, con Daniele Libralon altro residente del Colle, sta pensando a come organizzare la distribuzione. Perché fornire i vicini di casa è stato semplice, ma come far arrivare i pezzi a chi ne fa richiesta a Belluno e nel resto della provincia? «Ho iniziato a cucire senza pensare a come avremmo potuto fare per la distribuzione spiega -, all'inizio pensavo di realizzarle solo per i vicini e poi l'iniziativa è cresciuta. Abbiamo così pensato di fissare a 5 euro l'offerta minima e di devolvere il ricavato alla Protezione Civile, che ci ha dato una grande mano dopo Vaia, e a progetti a favore del Colle che decideremo». Elena, per ora, ha utilizzato le stoffe e l'elastico che aveva in casa, ma tra poco si presenterà il problema di ordinare nuovo materiale. E di trovarlo. «Iniziano a scarseggiare le tele spiega -, per fortuna avevo una grande scorta di elastico perché sembra che al momento sia introvabile, mi dicono che tornerà disponibile a metà giugno». Dopo le mascherine Elena ha già pronto un nuovo progetto su cui concentrarsi: cucire le cuffie per i medici dell'ospedale di Crema, disperati perché mancano protezioni. Le mascherine sono in tela con interno in panno per una maggiore protezione e si possono avere blu o azzurre, con la scritta Nevegal gialla o nera. Per averle si può contattare Elena dalla sua pagina Facebook o si può scrivere, sempre attraverso il social, a Libralon. «Sto facendo un po' da cassa di risonanza all'iniziativa spiega Libralon- sui social e tra i miei amici. Siamo in debito con la Protezione civile per quanto ci ha aiutato dopo Vaia e questo sarà un modo per dimostrare la nostra gratitudine».

Alessia Trentin - Il Gazzettino

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