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Il Gazzettino
Cessione impianti del Nevegal, si va verso la soluzione

IL FUTURO DEL COLLE
BELLUNO Sono giorni decisivi per le sorti degli impianti del Nevegàl. Da quando si è costituita Nevegal 2021, la società ponte che potrebbe acquistare dall'Alpe del Nevegàl (ora in liquidazione) gli impianti per ricederli al Comune di Belluno in primavera, sono molte le speranze degli amanti del Colle, cittadini e operatori. La burocrazia sta bloccando l'iter, che però potrebbe sbloccarsi anche a ore. Fino a quando gli asset societari non sono di proprietà, infatti, non si può partire con le manutenzioni del caso, che pare siano parecchie. Nel frattempo, nei giorni scorsi l'assessore ai Lavori Pubblici, Biagio Giannone, ha presentato lo studio di fattibilità del lago artificiale in località La Grava che potrebbe costare all'incirca 1,2 milioni di euro.

NEL PASSATO
Il consigliere del Patto Belluno Dolomiti, Francesco Pingitore ricorda come quel progetto fu in procinto di approfondirlo anche «l'allora amministratore unico di Nis, Pio Paolo Benvegnù, nel 2011, tra l'altro proprio con lo stesso ingnegner Andrea Gobber. Mi fa piacere che dopo nove anni si riprenda il filo di quella matassa». Come a dire: meglio tardi che mai. Ma Pingitore prosegue nella sua riflessione. «Solo l'anno seguente, nel 2012, l'Amministrazione Massaro vinse non credendo nella Nis. Noi non siamo stati né faziosi nè strumentali, abbiamo perso con onore le elezioni, ma le cose non vere vengono sempre a galla: ora l'assessore Marco Borgo sta portando avanti il progetto, destinato a privati attraverso un bando, del parco avventura. Attrazione che l'amministratore Benvegnù aveva già messo in funzione, insieme al Fun bob e ad altre progettualità. Con il fallimento della Nis tutto è stato perso». Insomma, sintetizza il consigliere del Patto: «Dopo la fattibilità del bacino artificiale, va a finire che potrebbe esserci nelle intenzioni anche un'ipotesi simile alla scuola svizzera. Ma allora perché aver gettato alle ortiche tutto nove anni fa? Il Nevegàl dice fuori dai denti Francesco Pingitore venne strumentalizzato. Io mi fido dell'ex amministratore Benevegnù, un uomo di spessore che certo non doveva fare carriera, semplicemente si mise a disposizione vista la sua esperienza a turare fuori dalle grane aziende in crisi. I debiti si sarebbero ripianati, se solo si fosse andati avanti con quel piano di rientro. Sono cose da dire. Non si trattava di debiti in stile Bim. Però si sono persi molti anni e ora si fanno le cose che erano state già pensate da altri». Il consigliere plaude all'idea di privati di istituire un museo, ma fa presente che sarebbe opportuno che gli amministratori portassero la questione in Commissione. «Ci sono volumi da sfruttare prima di iniziare lavori da zero, in un luogo che richiede un cambio di destinazione d'uso», spiega.

Federica Fant - Il Gazzettino

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